Il pugilatore. Il risveglio di un capolavoro

Sono stato presente, nella mia lunga carriera nell’attivo campo dell’archeologia, a molte scoperte … ma non ho mai provato un’impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti.
Rodolfo Lanciani, ingegere, topografo e archeologo, 1865

“Forse io sono Diagora di Rodi, oppure Kleitomachos,o il grande Agesarco di Tritea. Mi piace pensare invece di essere Teogene di Taso. L’eroico pugilatore vincitore dell’olimpiade nella pygmachíaed anche nel pancrazio, trionfatore nei Giochi Pitici, nei Giochi Menei ed in quelli Istmici, due volte Periodonikes. Chissà …

Sono ormai un uomo maturo, ho combattuto e combatterò. Mi sento spossato, indosso gli himantes oxeis, questi micidiali guantoni dei quali il mio viso e il mio corpo tutto portano evidenti i segni delle ferite procuratemi dai colpi dell’avversario, dalle quali cola il sangue. Per quanto la mia vita sia stata ricca di soddisfazioni, educato alla lotta e alla sopportazione del dolore, mai avrei immaginato che i miei sentimenti venissero così magistralmente racchiusi ed espressi nel metallo”.

La statua bronzea del pugile in riposo, forse del I o II scolo a.C. – la questione della datazione è ancora aperta – è giunta a Roma, come tante opere greche, dopo la conquista romana. Ai romani piaceva vivere alla greca, assorbirne la cultura, adornare i luoghi pubblici e quelli privati con sculture greche.

Scampata fortunosamente alla distruzione della opere bronzee dei secoli successivi, sapientemente e volutamente interrata, quest’opera viene ritrovata nel 1885 nei pressi del convento di San Silvestro a Roma. Ora è custodita nel Museo Nazionale Romano.

Dopo la realizzazione del gemello digitale e della copia materiale del David di Michelangelo, Grazia Tucci, con Laboratorio GeCo, ha promosso e diretto l’esecuzione della copia del Pugilatore attraverso: il rilievo dell’originale, la realizzazione del modello digitale e della relativa copia materica con finitura metallizzata delle superfici*.

Da ora, per tutelare la conservazione dell’opera originale, non sarà più questa a spostarsi nei principali musei e mostre internazionali, ma la sua fedele riproduzione, messaggera di cultura.

Grecia capta ferum vincitorem cepit
et artes intulit agresti Latio.

Quintus Horatius Flaccus, Epistulae, II, 1, 156

* Rilievo dell’opera: MicroGeo con SCANTECH – KSCAN Magic e Magic 2, 3D laser scanner. Laboratorio GeCo – DICEA – Università degli Studi di Firenze, fotogrammetria.

Realizzazione dei modelli 3D: Laboratorio GeCo – DICEA – Università degli Studi di Firenze.

Stampa 3D: 3DVenice con MASSIVIT per le parti meno articolate e stereolitografia per testa e mani.

Metallizzazione e ossidazione delle superfici: MATERICA.

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